ionici e pitagorici




                 All’origine della filosofia. 
                Ionici e pitagorici e l’arché

La filosofia ha le sue radici nell'antichità, con l'obiettivo principale di rispondere a domande fondamentali riguardanti l'origine dell'universo, la vita sulla Terra e il funzionamento del mondo. I primi filosofi, tra cui Talete, Anassimandro e Anassimene, si sono distinti per cercare di spiegare questi fenomeni attraverso la ragione e il pensiero razionale, evitando di affidarsi a spiegazioni mitiche. Talete, uno dei pionieri della filosofia, sosteneva che l'acqua fosse il principio primordiale da cui tutto derivava. Credeva che l'acqua fosse la sostanza fondamentale che costituiva l'universo. Questo concetto rappresentava un tentativo di spiegare l'origine di tutte le cose in modo razionale. Anassimandro, invece, introdusse il concetto di "ápeiron," una sostanza indistinta e senza confini. Questo concetto rappresentava una ricerca di una spiegazione più astratta e universale dell'origine delle cose, al di là di elementi specifici come l'acqua. Anassimene, un altro filosofo presocratico, identificò l'aria come il principio primo da cui tutto aveva origine. Egli spiegava i cambiamenti e le trasformazioni delle cose come risultato di processi di condensazione e rarefazione dell'aria. Questi filosofi, noti anche come i primi agrimensori, geografi e tecnici dell'Occidente, hanno aperto la strada alla filosofia occidentale cercando di individuare una causa o un principio originario da cui tutto scaturisce. Il loro contributo è stato cruciale nel passaggio dalla spiegazione mitica alla ricerca razionale e filosofica della comprensione del mondo e dell'universo. I pitagorici furono un'antica scuola di pensiero filosofico e matematico che ebbe origine nel VI secolo a.C. nella città di Crotone, in Magna Grecia. Il loro fondatore, Pitagora, era un matematico e filosofo che credeva che il mondo fosse governato da leggi matematiche e che la natura potesse essere compresa attraverso la matematica. Secondo i pitagorici, tutto nell'universo era basato su numeri e proporzioni. Credevano che i numeri fossero la chiave per comprendere la struttura e l'ordine del mondo. Ad esempio, ritenevano che i numeri interi rappresentassero le qualità fondamentali dell'universo, mentre i numeri irrazionali rappresentassero le proporzioni complesse e misteriose che si trovano nella natura. I pitagorici credevano anche che i numeri fossero la base per la musica e l'armonia. Ritenevano che la musica fosse una manifestazione dell'ordine matematico dell'universo e che potesse influenzare le emozioni e la mente umana. Inoltre, credevano che la musica potesse essere utilizzata per guarire e armonizzare il corpo e l'anima. La concezione matematica della natura dei pitagorici si estendeva anche alla geometria. Credevano che le figure geometriche fossero la base per la struttura del mondo. Ad esempio, ritenevano che il triangolo fosse la figura geometrica perfetta, poiché rappresentava l'unità e l'armonia. Inoltre, credevano che i solidi platonici, come il tetraedro, l'ottaedro e l'icosaedro, fossero le forme fondamentali dell'universo. I pitagorici attribuivano anche un significato simbolico ai numeri e alle figure geometriche. Ad esempio, il numero uno rappresentava l'unità e l'origine di tutto, mentre il numero dieci rappresentava la perfezione e l'armonia. Inoltre, ritenevano che il cerchio rappresentasse l'infinito e l'eternità, poiché non ha né inizio né fine. La concezione matematica della natura dei pitagorici influenzò anche il loro modo di vivere. Credevano nell'importanza dell'armonia e dell'equilibrio nella vita quotidiana. Ad esempio, seguivano una dieta vegetariana per mantenere l'equilibrio tra il corpo e l'anima. Inoltre, praticavano la meditazione e la contemplazione per raggiungere l'armonia interiore. Nonostante la loro grande influenza nel campo della matematica e della filosofia, i pitagorici furono anche oggetto di critiche e persecuzioni. La loro scuola era segreta e i suoi membri erano tenuti a mantenere il silenzio su molte delle loro dottrine. Inoltre, la loro concezione matematica della natura entrava in conflitto con le credenze religiose tradizionali dell'epoca. Nonostante le difficoltà, l'influenza dei pitagorici si diffuse in tutto il mondo antico e le loro idee continuarono ad influenzare la filosofia e la matematica per molti secoli successivi. La loro concezione matematica della natura ha aperto nuove strade di pensiero e ha contribuito allo sviluppo della scienza moderna.


Risposte pag. 11

1. La riflessione dei filosofi ionici si concentrano sulla ricerca dell'arche'.


2.L'arche' è il principio, l'origine e il fondamento di tutte le cose.


3. Talete osserva che l'acqua è presente ovunque, scaturisce dalla terra e dai monti, scende dal cielo, evapora, è nel mare... Ogni essere vivente vive di acqua e in ogni corpo vivente vi è una grande quantità di sangue, cioè acqua o linfa per i vegetali. Tutti gli esseri hanno bisogno dell'acqua. L’acqua è quindi, per Talete, l'arche’. Essa però non è solo l'acqua che noi vediamo sottoforma di liquido, vapore o ghiaccio è il principio umido.

Risposte pag. 12

1.L’apeiron é un principio indeterminato  perché esiste da prima della separazione della sostanza e prima della determinazione delle cose. L’apeiron é una sostanza infinita e non definita. L’apeiron è l'indeterminato, cioè gli elementi sono "mescolati" tra loro, aria, acqua, terra e fuoco sono un tutt'uno. Con il passare del tempi gli elementi si determinano e si separano sempre più. Quindi il principio, l'arche ', è proprio questo stato iniziale indeterminato e "confuso".

2. Secondo Anassimandro le cose derivano dalla sostanza primordiale perché da essa derivano tutte le cose. La sostanza primordiale é l’apeiron e da essa le cose derivano da un processo di separazione e differenziazione. Per Anassimandro questa sostanza primordiale in cui tutto è indeterminato si avvia via determinando attraverso l'opposizione degli elementi tra loro fino a determinarsi e specificare nelle cose che noi vediamo. Il mondo è frutto proprio di queste azioni disgreganti dell'unione primordiale.

3. Secondo Anassimene l’aria é il principio dell’universo perché ad essa sono attribuite l’infinità e il movimento incessante. Per Anassimene l’universo é destinato a dissolversi nell’aria e a rigenerarsi in essa. E anche perché senza aria non vi è vita e anche la pioggia viene dal cielo, cioè dall'aria. L'aria si condensa e diviene acqua, che si solidifica e diviene terra. L'aria rarefatta diviene fuoco. Gli elementi che formano il mondo derivano quindi da un solo elemento: l'aria.

Risposte pag. 22

1. Le dottrine orfiche riprese dai pitagorici includono: La dottrina della metempsicosi: credevano nella reincarnazione dell'anima dopo la morte, secondo la quale l'anima umana può passare in un altro corpo umano o animale. La dottrina dell'ascetismo: i pitagorici praticavano l'autocontrollo e l'astinenza da piaceri fisici per purificare l'anima e raggiungere la saggezza. La dottrina della purificazione dell'anima: credevano che l'anima umana fosse intrinsecamente impura e che dovesse essere purificata attraverso la conoscenza e la pratica della virtù. La dottrina dell'armonia universale: i pitagorici credevano che l'universo fosse governato da principi matematici e che tutto fosse in armonia e ordine. La dottrina del dualismo: credevano nell'esistenza di due principi opposti, il bene e il male, che si scontrano nell'universo.
La dottrina del rito e del mistero: i pitagorici praticavano rituali segreti e cerimonie misteriche per raggiungere la conoscenza e la purificazione dell'anima.
Queste dottrine orfiche influenzarono profondamente la filosofia e la spiritualità dei pitagorici e furono parte integrante del loro sistema di credenze.

2. Nella visione pitagorica, si può cogliere un nesso tra la teoria dell'anima e la dottrina del numero attraverso il concetto di armonia e ordine presenti nell'universo.
I pitagorici credevano che l'anima fosse immortale e che fosse intrinsecamente collegata all'ordine e all'armonia del cosmo. Secondo la loro dottrina del numero, l'universo era governato da principi matematici e ogni cosa poteva essere rappresentata attraverso numeri e proporzioni.
L'anima umana, secondo i pitagorici, era considerata una sorta di "numero vivente" o "armonia incarnata". Essi credevano che l'anima fosse costituita da una serie di sfere concentriche, ognuna delle quali rappresentava un livello di perfezione e armonia. Queste sfere erano in relazione con i numeri e le proporzioni, che rappresentavano l'ordine e l'armonia dell'universo.
Inoltre, i pitagorici credevano che l'anima umana potesse raggiungere la conoscenza e la purificazione attraverso lo studio dei numeri e delle loro relazioni. La comprensione dei principi matematici e delle proporzioni avrebbe permesso all'anima di armonizzarsi con l'universo e di raggiungere la saggezza.
Quindi, il nesso tra la teoria dell'anima e la dottrina del numero nella visione pitagorica risiede nella concezione dell'anima come parte integrante dell'ordine e dell'armonia matematica dell'universo, e nella credenza che la conoscenza dei numeri possa portare alla purificazione e all'armonizzazione dell'anima stessa.

3. Nella prospettiva pitagorica, i numeri sono considerati gli elementi costitutivi delle cose perché i pitagorici credevano che l'universo fosse fondamentalmente organizzato secondo principi matematici e che ogni cosa potesse essere rappresentata attraverso numeri e proporzioni.
Secondo i pitagorici, i numeri non erano solo simboli astratti, ma avevano una realtà ontologica e una connessione con il mondo fisico. Essi credevano che ogni entità o fenomeno nell'universo potesse essere rappresentato da un numero o da una combinazione di numeri.
Ad esempio, i pitagorici associavano i numeri pari con il concetto di stabilità e solidità, mentre i numeri dispari erano associati al concetto di movimento e cambiamento. Inoltre, i numeri primi erano considerati elementi fondamentali e indivisibili, mentre i numeri composti erano visti come combinazioni di elementi più semplici.
In questo modo, i pitagorici sostenevano che i numeri fossero la base per comprendere la struttura e l'organizzazione dell'universo. Essi ritenevano che attraverso lo studio dei numeri e delle loro relazioni, si potesse acquisire una conoscenza profonda delle leggi che governano il mondo fisico e spirituale.
Quindi, nella prospettiva pitagorica, i numeri rappresentano gli elementi costitutivi delle cose perché sono considerati la chiave per comprendere l'ordine e l'armonia dell'universo, e per rappresentare le relazioni e le proporzioni che sottendono ogni aspetto della realtà.

4. Il valore simbolico dei numeri nella prospettiva pitagorica consiste nel fatto che ogni numero ha un significato e una rappresentazione simbolica associata ad esso.
I pitagorici credevano che i numeri non fossero solo simboli astratti, ma avessero un significato più profondo e una connessione con il mondo fisico e spirituale. Ogni numero era considerato un simbolo che rappresentava un concetto o una qualità specifica.
Ad esempio, il numero uno era considerato il simbolo dell'unità e dell'origine di tutte le cose. Il numero due rappresentava la dualità e l'opposizione. Il numero tre era associato all'armonia e alla perfezione, poiché era la somma dei primi numeri dispari. Il numero quattro rappresentava la stabilità e la solidità, poiché era associato ai quattro elementi fondamentali (terra, acqua, aria e fuoco).
Inoltre, i pitagorici attribuivano anche significati simbolici ai numeri più grandi. Ad esempio, il numero dieci rappresentava la perfezione e l'intero ciclo della vita, poiché era la somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4).
Il valore simbolico dei numeri nella prospettiva pitagorica era quindi legato alla loro capacità di rappresentare concetti e qualità universali. I numeri erano considerati una sorta di linguaggio universale che permetteva di comunicare e comprendere l'ordine e l'armonia dell'universo.




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